E.C.O. (Electronic Cooperation Online) è un progetto portato avanti da Pietro Babina, che utilizza le nuove tecnologie con lo scopo di rivoluzionare il modo di "fare teatro", scrivendo i copioni che verranno poi recitati usando un metodo anticonvenzionale. Utilizzando un Blog, è possibile comporre un testo teatrale, impostato sul dialogo, utilizzando Internet come un mezzo costruttivo.
Questa iniziativa pone gli "scrittori" all'interno di una sorta di realtà aumentata, grazie alla percezione ottenuta dalla formazione del dialogo, per poi raggiungere una situazione verosimile di quello che si è scritto, mediante la registrazione.
Esistono due scrittori, che scrivono un copione per due personaggi. Ogni personaggio non conosce lo svolgimento della vicenda e non conosce soprattutto quello che il suo interlocutore dirà o penserà, simulando in questo modo un dialogo reale.
Questo progetto è stato riproposto, dallo stesso Pietro Babina, alla classe 4D del Liceo Pascoli.
Filosofia.
martedì 11 giugno 2013
Rousseau
Rousseau è un filosofo svizzero-francese del 700, che pone una critica alla civiltà, il quale problema è la riconciliazione dell'uomo con la natura.
Nasce a Ginevra nel 1712 e i suoi studi riguardano la religione, la filosofia, la matematica e le scienze. Dopo aver vissuto per un lungo periodo immerso nella natura, scrive nel 1750 il "Discorso sulle scienze e le arti", con il quale vince un concorso bandito dall'Accademia di Digione per il premio dell'anno sulle scienze e le arti. Esso si compone di una Prefazione e di due parti. Nella prefazione rivendica il proprio diritto a pensare in modo critico e autonomo. Nella prima parte afferma che le scienze e le arti, lungi dal purificare i costumi, hanno contribuito a corromperli. I costumi sono superflui e hanno lo solo scopo di abbellire la realtà delle cose, con il fine di abituare gli individui ad apparire, piuttosto che essere. Infine la menzogna subentra al posto della verità e delle virtù. Pone un'antitesi tra la natura e la civiltà e infatti condanna la cultura in nome della natura. Nella seconda parte afferma che le scienze, invece che derivare dalle virtù, nascono da altrettanti vizi. Le scienze portano alla disuguaglianza sociale e alla perdita delle virtù etiche.
Nel 1755 scrive il "Discorso sull'origine e i fondamenti della disuguaglianza" che suscitò molte polemiche. In questo testo presenta lo stato di natura, rispondendo a un quesito posto dall'Accademia di Digione riguardo l'origine della disuguaglianza tra gli uomini. Afferma che per conoscere questa origine, bisogna prima conoscere l'uomo. Sostiene che il limite consiste nell'aver dipinto come modello ideale l'uomo civilizzato. Pone infine la teoria della legge naturale, nella quale l'uomo primitivo era capace di intuizione e deduzione.
Richiama al pensiero di Hobbes, che affermava la teoria dell'uomo-lupo, aggressivo e egoista, così com'è l'uomo civilizzato.
Nel 1761 scrive la Nuova Eloisa.
Nel 1762 scrive il Contratto Sociale, dove parla del patto tra i cittadini e nello stesso anno scrive l'Emilio. Entrambi i testi vennero condannati dalla Chiesa e bruciati. L'ultimo in particolare, condannato perché
contenente una dottrina che distrugge i fondamenti della Chiesa, turbava la pace degli stati e faceva ribellare i sudditi.
Nasce a Ginevra nel 1712 e i suoi studi riguardano la religione, la filosofia, la matematica e le scienze. Dopo aver vissuto per un lungo periodo immerso nella natura, scrive nel 1750 il "Discorso sulle scienze e le arti", con il quale vince un concorso bandito dall'Accademia di Digione per il premio dell'anno sulle scienze e le arti. Esso si compone di una Prefazione e di due parti. Nella prefazione rivendica il proprio diritto a pensare in modo critico e autonomo. Nella prima parte afferma che le scienze e le arti, lungi dal purificare i costumi, hanno contribuito a corromperli. I costumi sono superflui e hanno lo solo scopo di abbellire la realtà delle cose, con il fine di abituare gli individui ad apparire, piuttosto che essere. Infine la menzogna subentra al posto della verità e delle virtù. Pone un'antitesi tra la natura e la civiltà e infatti condanna la cultura in nome della natura. Nella seconda parte afferma che le scienze, invece che derivare dalle virtù, nascono da altrettanti vizi. Le scienze portano alla disuguaglianza sociale e alla perdita delle virtù etiche.
Nel 1755 scrive il "Discorso sull'origine e i fondamenti della disuguaglianza" che suscitò molte polemiche. In questo testo presenta lo stato di natura, rispondendo a un quesito posto dall'Accademia di Digione riguardo l'origine della disuguaglianza tra gli uomini. Afferma che per conoscere questa origine, bisogna prima conoscere l'uomo. Sostiene che il limite consiste nell'aver dipinto come modello ideale l'uomo civilizzato. Pone infine la teoria della legge naturale, nella quale l'uomo primitivo era capace di intuizione e deduzione.
Richiama al pensiero di Hobbes, che affermava la teoria dell'uomo-lupo, aggressivo e egoista, così com'è l'uomo civilizzato.
Nel 1761 scrive la Nuova Eloisa.
Nel 1762 scrive il Contratto Sociale, dove parla del patto tra i cittadini e nello stesso anno scrive l'Emilio. Entrambi i testi vennero condannati dalla Chiesa e bruciati. L'ultimo in particolare, condannato perché
contenente una dottrina che distrugge i fondamenti della Chiesa, turbava la pace degli stati e faceva ribellare i sudditi.
giovedì 6 dicembre 2012
Identità
Per definizione,
l'identità è qualsiasi cosa che definisce un'entità. Essa infatti comprende
delle specifiche caratteristiche, che la differenziano dalle altre. Queste
entità, non avendo aspetti uguali alle altre, sono uguali solo a se stesse.
Facendo
riferimento a queste definizioni, io ho caratteristiche che sono differenti da
chiunque altro e in questo modo io sono uguale solo a me stessa. Come capire in
cosa consistono realmente queste caratteristiche?
Ognuno può avere molteplici
identità. Esiste un’entità uguale ad ogni identità che potremmo possedere?
Credo sia
inevitabile possedere più identità. Ogni persona con il quale abbiamo a che
fare ogni giorno, ha una visione particolare di noi. Nessuno vede la stessa
persona allo stesso modo. Forse vengono percepite le stesse caratteristiche, ma
ognuno pone dei punti focali su alcune di esse, piuttosto che su altre.
Con il passare
del tempo una persona può “cambiare” la sua identità, ma non avviene
sostituendo delle caratteristiche ad altre. Le carattereistiche “nuove” le
abbiamo sempre possedute, vengono messe in luce e scoperte solo in un secondo
momento, così come le “vecchie” caratteristiche non scompaiono, ma rimangono in
ombra. È probabile che le caratteristiche precedenti, ritornino poi a essere
caratterizzanti per noi.
Ogni persona assume
delle “identità” diverse, in base alle situazioni e alle compagnie con cui si
trova. La mia famiglia non mi vede con le stesse caratteristiche con le quali
mi vedono i miei amici.
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